Ce lo ha chiesto Giovanni, direttore della comunicazione di un'organizzazione umanitaria, durante uno dei nostri primi incontri.

risponde Rosita Asta, Partners & Project director in Robin
Proviamo a risponderti, Giovanni, con la consapevolezza che, come in ogni relazione, c’è solo una grande verità: è un gran casino! Ma nel caos di una collaborazione tra organizzazioni non profit e agenzie di comunicazione, bastano poche regole e tanta, tanta sintonia.
Le partnership tra agenzie di comunicazione e organizzazioni non profit sono spesso il motore che permette di raggiungere obiettivi straordinari e generare un cambiamento sociale. Ma cosa rende davvero speciale questa collaborazione? Per noi di Robin, tre parole guidano l’approccio che abbiamo sviluppato: relazione e cura, lavoro su misura, struttura organizzativa solida.
Ti racconto come le applichiamo.
Un’agenzia non è un fornitore, è la tua spalla di scena
In Robin, il nostro lavoro non inizia con una strategia di comunicazione o una campagna pubblicitaria, ma con una relazione di fiducia reciproca.
Una delle mie grandi passioni è il teatro. Tra regia, scrittura e recitazione, vivono i personaggi, che danno corpo e anima alla storia. Come in ogni grande performance teatrale, l’organizzazione è l’attrice protagonista e l’agenzia ne è la spalla, il partner che aiuta a valorizzare ogni scena, ad accompagnare il ritmo, a rafforzare il messaggio. Per farlo, bisogna conoscersi bene, condividere la visione e avere una comunicazione chiara e trasparente.
Ecco perché le organizzazioni devono vedere l’agenzia non solo come un fornitore, ma come un alleato. Fidarsi delle proposte, coinvolgerla nella missione e aiutarla a comprendere il cuore della causa è fondamentale. Quando un’agenzia entra nel vivo del lavoro di un’organizzazione non profit, può raccontarne meglio l’essenza, con un impatto più autentico e significativo.
Il brief: non una gabbia, ma una bussola
Il brief è uno strumento essenziale: è il ponte che collega l’organizzazione all’agenzia, un documento che permette di trasmettere obiettivi e necessità in modo chiaro ed efficace. Ma il brief non deve essere visto come un vincolo rigido. Deve raccontare, non nascondere; guidare, non limitare.
Vuoi sapere un segreto? Non deve per forza essere compito esclusivo dell’organizzazione! I lavori più riusciti sono spesso quelli in cui il brief è scritto a quattro mani con l’agenzia. In Robin crediamo che sia un documento vivo, da costruire ed evolvere insieme, affinando gli obiettivi e adattandoli se necessario. Il brief è una mappa condivisa che garantisce coerenza e chiarezza per tutta la durata del progetto.
Organizzare è meglio che creare
Ok, forse abbiamo esagerato, ma il punto è chiaro: la gestione organizzativa fa la differenza. Un flusso di lavoro strutturato permette di avere obiettivi chiari e di raggiungerli con maggiore efficacia.
Agenzia e organizzazione devono avere un interlocutore capace di gestire i processi interni e favorire allineamenti costanti. Questa figura è il Project manager, il punto di riferimento che supervisiona ogni fase del progetto e connette le esigenze dell’organizzazione con le soluzioni dell’agenzia. La differenza è che in Robin il Project manager è sempre una delle persone con le mani in pasta, che lavora direttamente al progetto, e non una semplice figura di raccordo. Solo così possiamo garantire che tutto sia allineato agli obiettivi strategici, ci sia una visione chiara e unitaria, mantenendo alta la qualità del risultato. Grazie a questa figura, eventuali problematiche vengono risolte rapidamente, e la comunicazione tra le parti rimane fluida e coerente.

Feedback, misurazione e risultati: la prova del successo
Per aiutarvi, è per noi essenziale conoscere il vostro grado di soddisfazione. Il nostro lavoro è supportare fundraiser e chi lavora nella comunicazione nel raggiungere gli obiettivi che l’organizzazione si prefigge. Per questo, i feedback sono essenziali: positivi o migliorativi che siano, ci aiutano a correggere la rotta in corso d’opera, a migliorare e a trovare soluzioni.
Ma non basta. Ogni progetto deve essere misurato. Non si tratta solo di "fare cose", ma di valutare il loro impatto. Che si tratti di raccogliere donazioni, aumentare la visibilità o accrescere l’engagement sui social media, ogni nostra azione è pensata per ottenere risultati concreti e tangibili.
Insomma, Giovanni, per riassumere tutto, la vera chiave di una relazione tra organizzazione e agenzia è cercare sempre di stare dalla stessa parte, con piccole accortezze nel lavoro di ogni giorno e perché no, ritrovarsi per festeggiare i risultati con un bel brindisi.
Spero di averti risposto, ma sono qui per ogni tua ulteriore domanda.
Salute!
Rosita
Rosita Asta è Partner e Project Director di Robin. Con una lunga esperienza nella comunicazione, nel marketing e nel fundraising, sia in organizzazione sia in agenzia, ha seguito numerosi brand nazionali e internazionali. Oggi finalmente si è fermata a Roma, ha una casa nuova e con il suo ingresso in Robin, è tornata al non profit, per offrire le sue skills e la sua energia a tutte le organizzazioni che vogliono fare la differenza.
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